La sicurezza del lavoratore autonomi nel settore edile

Attualmente nel nostro Paese, a causa della frammentazione del tessuto produttivo, è presente un numero sempre maggiore di piccole imprese e di lavoratori autonomi che, soprattutto nel settore edile, rappresentano una buona percentuale della forza lavoro. L’art. 2222 del Codice Civile definisce il lavoratore autonomo come “colui che si obbliga a compiere, contro corrispettivo, un’opera o un servizio con lavoro proprio e senza vincoli di subordinazione nei confronti del committente.”

A causa di una normativa che presenta aspetti piuttosto controversi e che ha lasciato aperte molte questioni irrisolte, questi lavoratori risultano ad oggi tra gli anelli più deboli presenti all’interno dei cantieri edili, in quanto sempre più spesso, per cercare di contenere al minimo i costi, entrano a far parte di una catena complessa di appalti subappalti, risultando inquadrati solo formalmente come autonomi, ma operando di fatto come dipendenti all’interno del cantiere.
Le norme vigenti in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro prima dell’entrata in vigore del D.Lgs 81/2008 non prevedevano particolari forme di tutela per i lavoratori autonomi; oggi invece sono in parte tutelati, ma solo in termini di obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione individuali e di uso di attrezzature sicure e conformi alle norme vigenti, mentre è facoltativo avvalersi della sorveglianza sanitaria e della formazione.

I lavoratori autonomi sono esposti agli stessi pericoli per la salute e la sicurezza dei lavoratori dipendenti, ma il rischio di infortuni con lesioni invalidanti o mortali è molto più elevato rispetto a tutte le altre categorie di lavoratori, in quanto sono meno tutelati dalla normativa vigente.Questa, ad oggi, prevede che sia il lavoratore autonomo ad occuparsi in prima persona della sua sicurezza, dando per scontato che ci sia alla base una presunta professionalità pregressa che in buona parte dei casi non possiede.
Gli episodi sempre più frequenti di infortuni e malattie lavoro-correlate registrati da parte degli autonomi nel comparto edile, è il chiaro segnale che sia necessario rivedere ed introdurre specifiche forme di tutela per questa categoria di lavoratori, che tengano conto dei potenziali rischi legati alle attività che svolgono e della loro effettiva conoscenza dei DPI che utilizzano.